Maria Montessori istituisce nel 1907 la prima Casa dei Bambini nel quartiere di San Lorenzo a Roma:

« Era la fine del 1906. Tornavo da Milano […]. Fui invitata dal direttore generale dell’Istituto dei Beni Stabili di Roma ad assumere l’organizzazione di scuole infantili da crearsi nelle case popolari. La magnifica idea era di riformare un quartiere pieno di rifugiati e di misera gente, come quello di San Lorenzo a Roma. V’erano operai disoccupati, mendicanti, prostitute, condannati appena usciti dal carcere, i quali tutti avevano cercato rifugio tra le pareti di case rimaste incompiute a causa della crisi economica, che aveva interrotto ogni costruzione in tutto il quartiere. Il progetto, ideato dall’ingegnere Talamo, si proponeva di comperare tutte quelle mura, quegli scheletri di case e completarli man mano, rendendoli abitazioni stabili per il popolo. Questo piano fu accoppiato con la idea veramente mirabile di raccogliere tutti i bambini al di sotto dell’età scolastica (dai tre ai sei anni) in una specie di scuola della casa. [… ] Frattanto la prima scuola si doveva aprire nel gennaio del 1907, in una grande casa popolare del quartiere di San Lorenzo. Questo tipo speciale di scuola fu battezzato con l’incantevole nome di “ Casa dei Bambini”. La prima di esse fu aperta, con questo nome, il 6 gennaio 1907, in via dei Marsi, 53, e a me fu affidata la responsabilità della direzione. […] Il 6 gennaio in Italia è la festa dei bambini, corrispondente all’Epifania del calendario cattolico. È proprio come il giorno di Natale, e i bambini ricevono doni e giocattoli. Il 6 gennaio, dunque si raccolse il primo gruppo di piccoli, più di cinquanta.»

Maria Montessori

La “Casa dei bambini” si propone come una casa nella scuola, un ambiente di vita, un contesto di lavoro e di libertà.

La classe è accuratamente organizzata, sia dal punto di vista fisico (in termini di disposizione) sia dal punto di vista concettuale (in termini di uso progressivo dei materiali).

Il Metodo Montessori è stabilito sulla base dell’osservazione del bambino che liberamente si esprime rivelando all’adulto i suoi bisogni e le sue attitudini nascosti o repressi, quando non è presente un ambiente adatto a permettere un’attività spontanea.

E ciò è evidente e sperimentato nelle Case dei Bambini.

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